Inizio > Escursioni > Monte Camulara (PC-PR), 7 settembre 2008

Mappa e dettagli escursione

Cassimoreno-Lagazzo-Costa dei Cornini-Termini-Monte Camulara-Prato Bure-Prato Grande-Termini-Costa dei Cornini-Lagazzo-Cassimoreno


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Da Piacenza percorriamo la SP654R fino al ponte sul Nure in loc. Cantoniera, all'altezza del quale svoltiamo a sinistra sulla SP8 fino alle Moline, dove giriamo a destra sulla stretta comunale che conduce a Cassimoreno (831 m.). Attraversato l'abitato, in corrispondenza di una curva a destra della strada principale (indicazione per Roffi), imbocchiamo a sinistra la rampa che sale al cimitero, accanto al quale parcheggiamo l'auto.
Consumato nel prato antistante il camposanto l'abituale pranzo al sacco a base dei succulenti panini preparati da Emanuela, ci incamminiamo lungo il sentiero contrassegnato dal CAI col segnavia 051, che si stacca proprio lì a sinistra (861).

Dopo un breve tratto di salita, lungo la quale prestiamo assistenza cartografica a due giovani fuoristradisti su una Campagnola d'epoca, la mulattiera piega a destra (877): ignorata la deviazione a sinistra, si accede ad uno spiazzo prativo che si attraversa, sempre trascurando le diramazioni laterali, fino a superare una sbarra metallica (segnavia carente).
Si prosegue, dapprima in piano poi salendo gradualmente, attraversando altre radure fino alla torbiera di Lagazzo (916), zona umida derivante da un lago glaciale dove si possono ammirare - ahimè non in questa stagione - fioriture di orchidee rare. Salutata una coppia di escursionisti a cavallo, ci rifacciamo assaggiando le more del sottobosco alle estreme propaggini del Groppo di Cassimoreno, che superiamo dopo aver guadato il Rio Lagazzo; usciti infine allo scoperto (980), la mulattiera devia seccamente a destra raggiungendo in breve la Costa dei Cornini (1000, bel panorama sulla Val Ceno). Qui incrociamo il sentiero CAI 035 proveniente dal Passo delle Pianazze, che prendiamo a destra verso il Camulara, seguendo gli evidenti cartelli escursionistici del Comune di Bardi.

Saliamo, infatti, lungo il crinale per cui passa il confine con la provincia di Parma, reso evidente del fatto che i cartelli venatori sulla nostra sinistra faranno riferimento all'azienda provinciale parmense, quelli a destra alla piacentina. L'ampia mulattiera, oggetto nel tratto iniziale di sbancamenti per la posa di tubazioni idriche che comportano una breve deviazione dalla traccia principale, si infrasca rapidamente all'interno di un'ombrosa ed umida faggeta: il cammino, punteggiato di tanto in tanto sulla destra da guglie rocciose di cui probabilmente deriva il toponimo Costa dei Cornini, a tratti è reso disagevole dal fango, dovuto sia alle piogge delle settimane precedenti sia al Rio Garana che scorre a lato del sentiero. Trascurata la diramazione 801b che scende a sinistra verso Granere (1173), usciamo infine allo scoperto al valico dei Termini (1313), investiti da folate di vento che, fortunatamente, sgombreranno di qui a poco il cielo sopra il Camulara (il cui profilo intravediamo fugacemente) dalle minacciose nubi che finora ci avevano tenuto in allarme.

In breve raggiungiamo il punto, alle falde del monte, in cui il sentiero si biforca, ben segnalato da cartelli escursionistici: decidiamo di salire seguendo il percorso 039, che taglia dritto nella pineta, lasciando a destra lo 035 lungo il quale faremo ritorno. Usciamo subito dal bosco, immettendoci sulla larga mulattiera che aggira il Camulara a sud-ovest; dopo una breve deviazione a destra nel tentativo - fallito causa traccia non leggibile - di raggiungere la Grotta del Partigiano, non individuiamo il cartello bianco-rosso (mal collocato, è evidente solo dal lato opposto) che invita a salire a destra nel bosco (1390), proseguendo così per una decina di minuti sulla carrareccia prima di renderci conto dell'errore e tornare sui nostri passi. Rimontiamo quindi per ripida ascesa l'Arco del Camulara, ampio circo glaciale formato da detriti morenici, fino a raggiungere la piatta ed allungata sommità del monte (1564), ricoperta per lo più da prati. Si procede verso sud-ovest rientrando più volte nella boscaglia, fino a che la visuale si apre sui sottostanti pascoli di Prato Bure (1475), che separano il Camulara da Ragola e Ragolino, e si raggiungono deviando a sinistra in ripida discesa tra radi alberi, frustati da violente folate di vento.

In un quadro bucolico degno dell'Arcadia, tra placidi armenti al pascolo, genziane che fanno capolino dall'erba ed il massiccio del Ragola a chiudere la scena, si contorna il Camulara a nord-ovest al limite della faggeta che ne ricopre i fianchi, fino a costeggiare il corso del torrente Lardana che qui ha le sue sorgenti. Ad un crocevia di sentieri in prossimità di un guado (1412), con una recinzione alla propria sinistra e la catena formata da Rocchetta e Roccone dinanzi, si taglia decisamente verso destra, ritrovando il segnavia CAI 035 che rimonta brevemente le falde - in questo punto erbose - del Camulara, per poi proseguirne l'aggiramento ad ovest lungo i pascoli di Prato Grande.
Qui si procede a vista, mantenendosi sempre paralleli al Lardana che scorre poco più in basso, almeno fino a quando non scompare insinuandosi dietro i colletti morenici che chiudono a sud l'anfiteatro del poco distante Lago Bino: i segnavia, infatti, si diradano e risultano poco evidenti causa mancanza di adeguati supporti, tornando utili più ad evitare di scendere troppo a valle (come comodità suggerirebbe), che ad indicare con sicurezza il percorso. Giunti in prossimità degli speroni rocciosi della Roccaccia (1392), con la visuale che spazia fino a contemplare i monti della val Dorbera (riconoscibili il Menegosa ed il Lama), si rientra in una rada boscaglia, deviando verso destra in discesa su evidente mulattiera: dopo un breve tratto allo scoperto, con piacevole vista ravvicinata sugli affioramenti morenici di Roccaccia e Rocchenere, entriamo definitivamente nel bosco che ricopre il versante nord-est del Camulara, completandone l'aggiramento allorchè si incontra il bivio con il sentiero 039 seguito all'andata.

Si mantiene lo 035 verso sinistra raggiungendo in breve i Termini e proseguendo lungo la Costa dei Cornini fino ad incrociare, ancora sulla sinistra, il sentiero 051 per Lagazzo e Cassimoreno, che seguiamo per far ritorno al punto di partenza.

Distanza percorsa: 22,5 km
Tempo impiegato: 5h 23'
Dislivello totale: 1822 m.
Energia impiegata: 1733 KCal

Cartografia:
Alto appennino piacentino - Carta escursionistica 1:50.000, Regione Emilia-Romagna-CAI, Piacenza, 2006

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Armenti a Prato Bure205 visite
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Roccone aggirando il Camulara219 visite
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Sorgenti del Lardana200 visite
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Prato Grande attraversato dal Lardana214 visite
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Conca del Lago Bino dal Prato Grande219 visite
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Prato Grande e Rocca dell'Aquila229 visite
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Monti Menegosa e Lama dal Prato Grande206 visite
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Rocca dell'Aquila307 visite
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Monti della Val d'Arda dal Prato Grande218 visite
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La Colla250 visite
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Monte Pelpi e Costa Agucchia dai Termini266 visite
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Verso il bivio per Lagazzo215 visite
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Quinte della Val Ceno dalla Costa dei Cornini223 visite
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Mappa percorso482 visite
   
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