Inizio > Escursioni > Monte Pillerone (PC), 12 ottobre 2008 |
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Gazzoli-Pillerone-Monte Pillerone-Borzani-Gazzoli Nel dialetto piacentino, si usa dire a l'é végn sö dal Mónt Pirlón (è venuto giù dal Monte Pillerone) di persona poco sveglia o non al passo coi tempi: data la vicinanza del colle alla città, tempo addietro così veniva probabilmente apostrofato chi dalla montagna approdava a Piacenza, mostrando scarsa perspicacia e dimestichezza con lo stile di vita urbano. O forse è solo vendetta da parte dei cittadini: il Pillerone infatti forma, con il prospiciente Dinavolo, quasi un sipario pronto a celare la media Val Trebbia a sguardi indiscreti dalla periferia sud-ovest della città. L'escursione ha inizio da Gazzoli (227 m.), che raggiungiamo percorrendo la SS45 di Val Trebbia fino in loc. Bellaria di Rivergaro, dove svoltiamo a destra verso Agazzano-Rivalta; attraversato il ponte si imbocca a sinistra la SP40 in direzione Travo e, circa 2,5 km dopo aver oltrepassato Boelli, si prende a destra in ripida e stretta salita, seguendo l'indicazione per Pilè-Gazzoli. In breve l'asfalto cede il posto alla ghiaia; in vista dell'abitato (non indicato da cartelli toponomastici), prima di una curva secca a sinistra, parcheggiamo l'auto con qualche peripezia in una piazzola lungo la carrabile. Saliamo la mulattiera che conduce al paese mantenendo la destra; dopo aver fiancheggiato una corte agricola, ci si immette su una sterrata tra le viti, con bella vista sull'alveo del Trebbia ed il monte Dinavolo, trascurando una diramazione in discesa sulla destra (250). Pochi passi e si abbandona la mulattiera per imboccare a sinistra un sentiero che taglia nel folto, uscendo però in breve in un prato. Qualche metro più avanti rientriamo nel bosco, che avevamo lasciato a destra, salendo verso nord-est fino a sfociare in un'asfaltata (409): la prendiamo verso destra, giungendo in 300 metri circa a Pillerone. Giusto il tempo per qualche foto e due chiacchiere con un altro escursionista giunto alla cima dal versante opposto, ed imbocchiamo - proseguendo dritto rispetto alla direzione di arrivo, tra arbusti di mille tonalità sui caldi colori autunnali - l'evidente sentiero che, senza difficoltà d'orientamento, scende ad una vasta distesa prativa (542). L'incantevole quadro georgico, con vista sui colli della bassa Val Luretta, impone una nuova sosta fotografica; dopodichè, contorniamo in ripida discesa il prato alla nostra sinistra, sempre al limitare del bosco, fino a localizzare - ancora sulla sinistra - l'abitato di Borzani. Per campi raggiungiamo agevolmente la mulattiera che, più in basso, conduce al paese (412), dove svoltiamo a sinistra in corrispondenza di un grande rustico trasformato in centro di discipline orientali (mah...).
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