Inizio > Escursioni > Monte Colombo (AN), 16 settembre 2008

Nel Parco del Conero, settembre 2008

Innamorati come siamo del Parco delle 5 Terre, era quasi inevitabile che scegliessimo come meta per le vacanze estive un altro parco naturale caratterizzato da colli a picco sul mare, macchia mediterranea, coltivazioni a vigneti ed oliveti, borghi marinari ed agricoli con le relative specificità culturali ed enogastronomiche.
Il Parco del Conero, a fronte di dislivelli escursionistici modesti (un unico monte alto soli 572 metri), rispetto alle 5 Terre presenta un gran numero di borghi fortificati, ciascuno dotato di una propria orgogliosa autonomia urbanistica e culturale, spesso derivante da una storia di scontri con quelli vicini. Senza tralasciare gli insediamenti preistorici, greci e romani, con importantissimi lasciti archelogici ed artistici, e l'influenza secolare del papato, evidente nei fasti dell'edilizia sacra di cui il Santuario di Loreto è l'esempio più celebre. Un ambiente, dunque, variegato sotto molti aspetti, che abbiamo visitato in più tappe nel corso di una settimana molto intensa: Ancona, Numana, Camerano, San Lorenzo ed il monte Colombo, il sentiero delle Due sorelle, Sirolo, l'anello di Portonovo, Loreto, la traversata del Conero, Osimo, il sentiero dei Sassi neri.
Il tutto facendo base in un grazioso appartamentino affittato a Marcelli, dove Emanuela si è esibita - complice anche il tempo incerto - in magnifiche interpretazioni della cucina locale, rigorosamente a base di pesce fresco acquistato alla pescheria del porto di Numana.

Dettagli escursione

Borgo San Lorenzo-Fonte Capo d'Acqua-Case Urbani-Monte Colombo-Fonte Capo d'Acqua-Borgo San Lorenzo

Dopo quasi due giorni di tempo piovoso, un timido rasserenamento meridiano ci invoglia a prendere finalmente confidenza coi sentieri del Conero. Dalla cartoguida del Parco scegliamo il percorso detto della Fonte di Capo d'acqua, presentato come facile e della durata di un'ora, con partenza da San Lorenzo (131 m.), località appena fuori Sirolo originariamente abitata da cavatori, come testimonia la fornace all'ingresso del borgo.
Giunti sul posto, il primo intoppo: l'inizio dell'itinerario non è segnalato e le indicazioni topografiche-testuali della cartoguida (dall'abitato, si prende una sterrata che scende) sono  alquanto vaghe, sicchè dalla piazza imbocchiamo dapprima il viottolo che prosegue dritto, finendo nei prati; successivamente, la sterrata che scende a sinistra, e sfocia su una carrabile secondaria; infine, ci inoltriamo a destra lungo l'asfaltata che percorre l'abitato, seguendo a sinistra in discesa per qualche centinaio di metri, fino a che il fondo diventa sterrato e compare il primo paletto con il logo del Parco ed il numero 14 che contraddistingue il nostro sentiero.
In breve raggiungiamo la Fonte Capo d'acqua, donde proseguiamo senza incertezze lungo la mulattiera fino ad un'ampia curva a sinistra, dove un paletto invita - anche qui in modo poco chiaro, mancando vere e proprie frecce: ci aiuta l'intuito e la descrizione del percorso - a proseguire nella radura che si apre sulla destra, oltrepassando un casolare e costeggiando un boschetto, fino ad un nuovo paletto che suggerisce di deviare a sinistra nel folto, per una traccia alquanto esile ed infrascata. Di qui in avanti, nonostante le numerose diramazioni e la precaria leggibilità, non incontreremo più alcuna indicazione del Parco, nè saranno di aiuto le 2 righe di descrizione sulla cartoguida; sicchè, dopo aver proseguito per una decina di minuti fino ad una radura, prudenza e nuvoloni nuovamente minacciosi ci consigliano di tornare sui nostri passi.

Ritrovata la mulattiera, contrassegnata come percorso ciclabile, decidiamo quindi di seguirla, per tentare di salire al Monte Colombo (253) dal versante opposto, lungo gli itinerari 15/15a. Abbandonata l'idea di imboccare una evidente carrareccia sulla destra, che pare condurre proprio verso il monte lambendo alcune case sparse, ma è priva di qualsiasi indicazione e riscontro sulla carta, camminiamo per una ventina di minuti in gradevole saliscendi, tra villette con siepi di alloro e rosmarino di cui Emanuela farà incetta (in quantità assai modica, ahem..) per la cucina. Giunti ad un trivio presso l'insediamento di Case Urbani, lasciamo la ciclabile che scende verso Coppo, imboccando verso nord in moderata salita la mulattiera contrassegnata con il numero 15. Poche centinaia di metri e prendiamo a destra il sentiero contrassegnato dal numero 15a diretto al Monte Colombo, dapprima per agevole ed ampio sterrato, che si abbandona deviando più ripidamente a destra nel folto, lungo la strada d'accesso ad una corte.
Di qui in avanti scompariranno nuovamente i paletti indicatori del Parco, cosicchè al primo bivio, appena usciti dal folto, proseguiremo a destra lungo la traccia più evidente (probabilmente una strada al servizio della cava, che si scorge in basso), contornando in falsopiano la vetta del Colombo a sud-est, con notevole vista panoramica. Pur non avendo raggiunto la sommità vera e propria del monte (che avrebbe probabilmente richiesto di prendere a sinistra al citato bivio), l'intuito ci favorisce, permettendoci di completare l'anello senza cimentarci in una problematica discesa lungo il misterioso sentiero 14: un anziano villico incontrato per via ci conferma, infatti, che seguendo la carrareccia su cui ci troviamo e tenendo la sinistra si può arrivare comodamente a San Lorenzo. Carrareccia che risulterà poi essere proprio quella che avevamo iniziato a percorrere, svoltando a destra, subito dopo aver ripreso la mulattiera ciclabile!

Confortati dalla buona forma delle nostre capacità di orientamento, ma assai preoccupati dall'inadeguatezza della segnaletica escursionistica del Parco, svoltiamo dunque a sinistra, scendendo in breve a Fonte Capo d'acqua e risalendo poi verso Borgo San Lorenzo.

Cartografia:
Parco del Conero - Carta escursionistica scala 1:20.000,
Ente Parco Regionale del Conero, 2007

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Borgo San Lorenzo e Monte Conero234 visite
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Sirolo salendo al Monte Colombo226 visite
   
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