Inizio > Escursioni > Monte Lazzaro e Costa della Rasa (PC), 27 aprile 2008

Dettagli escursione

Passo Caldarola-Monte Lazzaro-Costa della Pianazza-Costa della Rasa-Sambuceto-Areglia-Tamborlani-Fosseri-Passo Caldarola


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Il Passo Caldarola (775 m.) segna il confine tra i comuni di Travo, Bobbio (Val Trebbia), Piozzano (Val Luretta) e Pecorara (Val Tidone); qui, all'altezza dell'incrocio con la strada che sale da Bobbiano, lasciamo l'auto, imboccando il sentiero 101 del CAI che si stacca evidente di fronte a noi, oltre la carrabile. Dopo un breve tratto allo scoperto lungo una carrareccia diretta a Fosseri, si devia a sinistra (798) per risalire, in un bosco di querce e castagni, le pendici meridionali del Monte Variola; si effettua quindi (870) una conversione in direzione del Monte Lazzaro di cui, lasciato a destra un tratturo diretto a Sevizzano e compiuto un tornante verso destra, si risale la cresta boscosa. Trascurata a sinistra un'altra mulattiera diretta a Fosseri (943) e superata una zona di calanchi franosi, una ripida rampa conduce alla vetta del Lazzaro (987), interamente coperta da alberi e quindi poco evidente, oltre che panoramica: la si riconosce allorchè la salita cessa ed inizia un tratto in falsopiano lungo la Costa della Pianazza.

Superato l'incrocio col sentiero 215 del CAI per Sevizzano (977), dove si mantiene la sinistra a fianco di una zona di taglio, iniziamo la discesa, uscendo allo scoperto - dopo due doppie curve - tra prati verdeggianti, fino ad un punto panoramico in corrispondenza di un bivio (892). Ignoriamo il sentiero che scende a sinistra a Case Longarini, svoltando a destra sulla carrareccia che, intersecando per un tratto la strada dei Longarini, costeggia l'area prativa della Pianazza; superato l'incrocio con la mulattiera che collega Corneto e Sambuceto (849), scendiamo gradualmente in cresta lungo la più aspra Costa della Rasa, con spettacolare vista a sud-ovest sul Monte Mosso e i monti della catena del Penice (Pietra Corva, Pan Perduto, Monte Groppo - inizialmente nascosto - e lo stesso Penice) e a nord-est sui monti alle spalle di Pecorara (Ciarello, Aldone, Bono). Il sentiero si fa più stretto ed esposto, con alcuni passaggi ripidi che richiedono cautela su terreno franoso; poco prima del bivio (865) con il sentiero 165 del CAI, che imboccheremo a sinistra in discesa verso Mezzano Scotti, ci rifocilliamo con un frugale pranzo al sacco in una delle rare radure, ai piedi del Monte Mosso.

La discesa, lungo un canale scavato dall'acqua che ha eroso il fondo roccioso, è inizialmente ripida e piuttosto disagevole; dopo due svolte secche prima a destra, poi a sinistra, prosegue poi su agevole tratturo nel fitto bosco, guadando alcuni ruscelli tra cui il maggiore è il Rio dei Fadei, che forma suggestive ed inattese cascatelle. La scritta "Sambuceto" su un pozzo anticipa di alcuni minuti l'arrivo al caratteristico borgo rurale (618), con case in sasso dai tetti a ciappe, ormai abbandonato benchè nel giardino di un'abitazione fioriscano ancora rigogliosi iris e rosmarino. Ahinoi, qui le batterie della nostra fotocamera, pur cambiate da 2 giorni, esalano l'ultimo soffio di vita.
Poco oltre l'abitato (557), il sentiero abbandona la carrareccia diretta a Chiappelli, deviando a sinistra nel folto su traccia piuttosto esile (segnavia non evidente); si scende, ai margini del bosco, superando il Rio della Fontana e, in prossimità dell'omonima località (484), il Rio di Scabi. Il tracciato si fa quindi più piano ed ampio e, lasciata a destra la deviazione per il Poggio (407), giunge ad una casa isolata con giardino recintato, poco oltre il quale (392) si guada il torrentello che scorre a destra, arrivando in breve ad Areglia (372). Attraversiamo tutto l'abitato, proseguendo sulla carrabile per Mezzano Scotti, per visitare il vecchio mulino del paese (352) che troviamo sulla sinistra, ora ristrutturato a casa di villeggiatura ma fedelmente conservato nella struttura e nel meccanismo.

Ritorniamo a questo punto sui nostri passi fino ad una strada che, oltrepassato un canale, si stacca sulla destra tra le abitazioni; l'asfalto cede subito il passo ad una mulattiera che, svoltando a sinistra alla fine dell'abitato e mantenendo la destra al bivio seguente (380), sale fangosa (per l'acqua che tracima da un vicino ruscello) verso Tamborlani (616), a cui� giungiamo per via più diretta proseguendo dritto su un ripido tratturo che lascia a destra la strada principale al bivio successivo (429). Ritrovato l'asfalto nell'abitato, prendiamo a destra per poi svoltare a sinistra sulla provinciale per il Passo Caldarola. Dopo poche centinaia di metri ci ritempriamo con un caffè presso il noto albergo-ristorante "Filietto" (618), riprendendo poi la salita lungo la carrabile; oltrepassate le svolte per Bocche, Ciocchi, Banini e Bonelli imbocchiamo un'evidente carrareccia che si stacca a destra tra prati (666) e prosegue in falsopiano fino all'insediamento di Case San Lorenzo (673), inerpicandosi quindi verso Fosseri (724).

A Fosseri, dopo l'8 settembre 1943, si era insediata la banda partigiana comandata da Piccoli (Giovanni Molinari), patriota di Pecorara già inviato al confino dal regime fascista nel 1930. La banda di Piccoli, che tra marzo e aprile '44 fu protagonista di diverse azioni ai danni dei presidi fascisti di Pecorara, si unì in seguito - insieme a quella del Greco che aveva base a Costalta - alla formazione comandata da Fausto, insediata a Casa Sanese e composta per lo più da carabinieri fedeli a casa Savoia. Proprio i contrasti politici con i comunisti di Piccoli potrebbero essere alla base della fucilazione di quest'ultimo ad opera dei compagni di brigata (una delle pagine più buie della Resistenza piacentina), con l'accusa di aver ucciso un prigioniero - il colonnello Alfieri, comandante del distaccamento nazista protagonista del rastrellamento sul Monte Lazzaro, in realtà ucciso dai suoi stessi uomini.

Qui, alle porte dell'abitato, si incontra nuovamente la provinciale, che prendiamo a destra giungendo in breve al Passo Caldarola.

Distanza percorsa: 17,7 km
Tempo impiegato: 4h 54'
Energia impiegata: 1383 KCal
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Cartografia:
Appennino piacentino - Carta escursionistica 1:50.000, Regione Emilia-Romagna-CAI, Parma, 2004
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Monte Mosso, Monte Penice e Pietra di Corvo287 visite
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Pranzo nella radura227 visite
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Il Groppo261 visite
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Bivio 101-165214 visite
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Canale nella roccia223 visite
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Cascatelle del Rio dei Fadei219 visite
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Ginestrina verso Sambuceto322 visite
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Saponaria rossa verso Sambuceto309 visite
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Arrivo a Sambuceto233 visite
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Giaggiolo paonazzo e rosmarino a Sambuceto358 visite
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Sambuceto, case abbandonate218 visite
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Sambuceto, strada principale228 visite
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Casa abbandonata a Sambuceto, interno210 visite
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Monte Pradegna da Sambuceto216 visite
lazzaro080427.pdf
Mappa percorso446 visite
 
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