Inizio > Escursioni > Alta via del Tigullio (GE), 12 luglio 2009

L'Alta via del Tigullio

L'Alta via del Tigullio è un itinerario di crinale che percorre tutta la catena montuosa che fa da cornice al Golfo del Tigullio, congiungendo Portofino a Chiavari.
La vicinanza al mare e le altitudini modeste (quota più alta gli 801 m. del Monte Manico del Lume) lo rendono percorribile in qualsiasi stagione dell'anno, e la lunghezza è tale da poterlo coprire anche in sole 2 tappe. Noi abbiamo programmato di affrontarlo a fine primavera/inizio autunno, suddividendolo in 7 tappe:

S.Margherita Ligure-Monte di Portofino-Camogli
Camogli-Monte Orsena-Rapallo
S. Pietro di Novella-Monte Orsa-Monte Manico del Lume-S.Pietro di Novella
Rapallo-Monte Manico del Lume-Monte Pegge-Rapallo
Rapallo-Monte Pegge-Monte Rosa-Rapallo
Rapallo-Monte Rosa-Monte Castello-Zoagli
Zoagli-Monte Castello-Monte Anchetta-Chiavari

Scelta dettata dall'opportunità di visitare  gli stupendi borghi marinari del Golfo (godendoci eventualmente un po' di mare al rientro da ogni tappa) e, percorrendo gli impegnativi sentieri di collegamento tra questi e l'Alta via, scoprirne anche l'entroterra.

Bibliografia:
Parodi, Alte vie della Liguria, Andrea Parodi editore, Genova, 2003
Il Parco Naturale Regionale di Portofino - Carta escursionistica 1:25.000, Studio Cartografico Italiano, Genova, 2006

Dettagli escursione

San Pietro di Novella-Croce di Spotà-Costa di Benna-Passo del Gallo-Passo della Serra-Monte Manico del Lume-Chignero-S. Andrea di Foggia-San Pietro di Novella

Alla rotonda posta all'uscita di Rapallo dell'A12 svoltiamo a sinistra verso monte, giungendo in breve a San Pietro di Novella (18 m.). Lasciamo l'auto nel parcheggio presso la parrocchiale, consumando l'abituale colazione al sacco negli ameni giardinetti adiacenti.
Il percorso inizia proprio a lato della chiesa ed attraversa la suddetta area verde, dove però il segnavia FIE "quadrato rosso vuoto" scompare: occorre un po' d'intuito per ritrovarlo, all'inizio di una strada privata che si stacca sul lato opposto della carrabile a cui adduce la scalinata posta in fondo ai giardini, oltrepassato il centro sportivo. Ad un bivio (58), si prosegue a destra fiancheggiando abitazioni (i segnavia in questo tratto sono rari e scoloriti); si tiene la destra anche al trivio successivo, dove alcuni gradoni aiutano a vincere la pendenza dello stradello  in cemento che, superato uno slargo tra due palazzine, diventa sentiero sommariamente lastricato, incuneandosi senza più incertezze tra villette e ruderi sparsi nella boscaglia. Si risalgono le pendici del monte Orsa, prima in direzione nord poi piegando verso ovest (125), fino ad attraversare il modesto abitato di Case Spotà (300). Continuando a salire si raggiunge l'omonimo valico (490, 57' da S. Pietro), dove si incontra un trivio, ancora una volta con segnavia carente: occorre prendere il sentiero più a destra, dall'imbocco poco visibile poichè infrascato, che prosegue in falsopiano verso nord-ovest, lungo la Costa di Benna. Oltre al segnavia, qui pure il bosco manca di manutenzione, rendendo il cammino impegnativo dal punto di vista dell'orientamento: numerosi sono gli alberi caduti da aggirare e le radure dove la traccia si perde tra il fogliame, serve concentrazione per tenere la retta via. Aggirato a nord-est anche il Monte Orsena, si esce finalmente dal folto raggiungendo il crinale al valico di Casa del Gallo (500, 2h 6' da S. Pietro), zona prativa e panoramica di cui alcuni ruderi testimoniano le origini di insediamento bucolico. Il sentiero, in cui confluisce anche quello "triangolo rosso vuoto" proveniente da Recco, prosegue a sinistra in discesa proprio accanto ad una capanna in sasso, affacciandosi brevemente sulla valle del Salto, fino ad un bivio (530).
Seguendo le chiare indicazioni sulle rocce prendiamo a destra,  mantenendo i segnavia che ci hanno accompagnato finora, nell'attesa del bivio successivo in cui il sentiero "quadrato rosso vuoto" dovrebbe dirigersi sulla cresta del Monte Bello e del Monte Borgo, lasciando a mezza costa quello "triangolo rosso vuoto". Sfortunatamente, pur prestando la massima attenzione non riusciamo a individuare la deviazione: si rafforza il sospetto che le indicazioni al Passo del Gallo siano errate, visto che secondo la cartografia essa si staccherebbe dal sentiero "due cerchi rossi vuoti" che scende a sinistra...peccato, verificheremo la prossima volta.

L'itinerario che taglia i fianchi meridionali del monte Bello, snodandosi in falsopiano attorno a quota 500 dopo essersi inerpicati a vista su una faglia pietrosa, è comunque piacevole e panoramico: la vista spazia dalla val Foggia, racchiusa tra le boscose coste del Gallo e della Serra, verso Rapallo ed il mar Ligure. Si torna a salire per superare la Costa della Serra, puntando decisamente verso nord-est dopo aver doppiato un capo portandosi sul suo versante settentrionale, per poi proseguire a mezza costa in falsopiano, intorno ai 620 metri, lungo i fianchi del monte Borgo. La confluenza con il sentiero "due X rosse" proveniente da Uscio anticipa di poco l'arrivo al Passo della Serra (640, 3h 5' da S. Pietro), valico tra i monti Borgo, Fascia e Manico del Lume. Qui si ignora la mulattiera che a destra scende verso Chignero, rimontando un'aspra cresta e raggiungendo il crinale con la Val Fontanabuona (670): il Manico del Lume si fa sempre più vicino alla nostra destra, ma allo stesso tempo incute timore il crepaccio che sembra dovremo superare. Entrati in un'area arbustiva manteniamo sulla destra il sentiero "triangolo rosso vuoto" diretto in cresta, mentre quello "due X rosse" prosegue a mezza costa sul versante settentrionale. Per rocce e lastroni superiamo un colletto (693) giungendo ai piedi di un'anticima (729), che saliamo e scendiamo aiutandoci con le catene predisposte sulle rocce; altre catene aiutano a risalire l'ultimo sperone (777), poi si prosegue in cresta tra rocce ed erba fino alla vetta del Monte Manico del Lume (801, 3h 50' da S. Pietro), sormontata da un'imponente croce metallica. Qui il CAI locale ha posto anche un pannello che dovrebbe aiutare ad individuare le cime circostanti, ma le incisioni sul metallo sono ormai stinte ed il plexiglass di copertura ingiallito, rendendolo pressochè inservibile. Si apprezza comunque la vista a nord sulla val Fontanabuona, ad ovest sul crinale dell'Alta via con i monti Borgo, Bello, Orsa ed Orsena (già superati), mentre ad est ecco il Lasagna e il Pegge, che digradano nel Golfo del Tigullio e saranno meta della prossima tappa.

Prima della partenza pensavamo che il tratto più impegnativo fosse quello attrezzato che porta alla vetta del Manico; superatolo senza difficoltà, ci apprestiamo ad una tranquilla discesa verso Chignero, viste anche le 4h di salita nelle gambe. Il sentiero "linea rossa", che dalla vetta si imbocca dirigendosi verso sud nel folto, sarà invece davvero insidioso: molto ripido e mal tenuto, nella parte iniziale espone al continuo rischio di inciampare e mettere il piede in fallo nella vegetazione scivolando giù per la riva; successivamente affiora un antico lastricato che, ricoperto di aghi e foglie, rende un'impresa mantenersi in equilibrio. Solo per fortuna un paio di ruzzoloni ci lasciano illesi. Il lastricato, oltrepassato un acquedotto, incrocia una mulattiera che si segue a destra sbucando presso la chiesetta di Chignero (410, 45' dal Manico del Lume). Il percorso contrassegnato dai (rari) segnavia proseguirebbe a sinistra, tagliando perpendicolarmente il borgo attraverso l'antica via gradonata; ma dopo poche decine di scalini risulta impraticabile perchè completamente infrascato. Decidiamo  perciò di non prendere altri rischi e scendere per la carrabile, raggiungendo in 35'  (1h 20' dal Manico del Lume) Sant'Andrea di Foggia (150). Qui riusciamo a trovare un passaggio che ci solleva dal percorrere gli altri 3 km di asfaltata che ci separano da San Pietro di Novella, dove recuperiamo l'auto. 

Tempo impiegato: 5h 10'

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Monte Borgo dal Manico del Lume212 visite
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Monti Fascia e Tugio dal Manico del Lume219 visite
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E+GiElle in vetta al Manico del Lume226 visite
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Arrivo a Chignero215 visite
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Chignero, costruzioni caratteristiche213 visite
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Terrazze ad ulivi tra Chignero e S. Andrea238 visite
   
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